Il Corriere Online informa che l'UE ha approvato una nuova normativa (che dovrà essere recepita dagli stati membri) che porta da 50 a 95 anni la durata dei diritti per autori e interpreti di brani musicali. Questo fa inoltre supporre che presto anche in Europa la durata dei diritti d'autore sulle pubblicazioni scritte verrà aumentata, come già è stato fatto negli Stati Uniti.
Non si può non rimarcare l'idiozia di questa tendenza: mentre la rete rende sempre più precaria la possibilità di garantire il diritto d'autore (al cui proposito si potrebbe dire che i buoi sono già scappati), anziché formulare normative più eque e sensate, le si irrigidisce. Senza rendersi conto che questo in qualche modo giustifica moralmente chi viola la legge (in quanto assurda). Con queste leggi, se un autore muore in tarda età, possono passare quasi due secoli prima che vengano rese pubbliche le sue opere giovanili.
Ma il diritto d'autore era stato introdotto originariamente per incentivare la produzione culturale, non per tutelare i presunti diritti di pro-pro-pro-pronipoti (o di coloro a cui essi hanno venduto i diritti)!
Si può accettare che la legge protegga i diritti dell'ultimo album di Paola & Chiara, ma "Blowing in the Wind" di Bob Dylan è proprietà dell'umanità (mentre secondo la nuova legge non lo sarebbe per tutto il 21° secolo!).
giovedì 17 luglio 2008
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento