sabato 2 agosto 2008

I criminali di massa sono sempre vili

Avevo quasi immaginato che Radovan Karadzic continuasse a fare il pagliaccio. Che si difendesse facendo il santone. Sarebbe stato uno spettacolo mediatico che gli avrebbe fatto sicuramente guadagnare simpatizzanti come capita a ogni criminale che si rispetti. Dal suo punto di vista, avrebbe potuto mettere in ridicolo il tribunale internazionale. Invece, evidentemente, non ne ha il talento. Un criminale che si rispetti, avrebbe introiettato nel carattere i tratti della sua identità posticcia, portata per più di un decennio. Invece era solo sopportata, una banale quanto assurda copertura. Chissà quanto la detestava. Sarebbe stato un modo paradossale per autoassolversi pubblicamente prendendosi le responsabilità di quello che ha fatto a migliaia di uomini e di donne. Per dire: l'ho fatto e non mi pento, non sono un mezzo uomo, rivendico di fronte al mondo la mia statura criminale. Invece come i gerarchi nazisti (quasi tutti) e come i genocidi di ogni epoca, ha già cominciato a fare la vittima. Ci saranno state complicità americane, è evidente. Accordi e sotterfugi. Il processo sarà una farsa alla Del Ponte, senza dubbio. Ma tutti avranno comunque ben chiaro ancora una volta che non esiste crimine di massa senza viltà. Mussolini in Parlamento si assunse la piena responsabilità politica del delitto Matteotti e delle violenze fasciste. Ma una volta debole e braccato, senza la stampella del potere, e l'arroganza dell'impunità, ecco il povero derelitto che fa la vittima e fugge spaventato travestito da soldato tedesco. Denuncia complotti e tenta scambi e ricatti. O come Eichmann tanto spietato e scientifico con le sue vittime quanto vile e tremebondo di fronte ai suoi giudici. Sono tutti uguali.

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