giovedì 7 agosto 2008

L'immagine qui a fianco --->

L'errore di vagheggiare un tipo di atleta filosofo che non esiste più se mai è esistito. In realtà qualcuno di questi eroi è esistito veramente, come i due nell'immagine a destra. Tuttavia in questo delirio massmediatico l'espressione di un dissenso vero e serio è sempre più difficile. I media trasformano tutto in materia organica di scarto. Perfino la sacrosanta battaglia per la libertà del Tibet diventa occasione di marketing, autopromozione per discutibili personaggi e spunto per guerre commerciali. Adesso fanno a gara a dare suggerimenti agli atleti, ci mancava solo questo. Magari per nascondere le magagne della legge finanziaria un capogruppo con gli occhi a palla ne approfitta per sviare l'attenzione dal disastro dei conti della scuola pubblica, dei tagli all'università e dall'inflazione insostenibile. Non si sa da che parte cominciare. Ma tutto ciò conferma che se un dissenso è possibile dev'essere contro tutto questo sistema e non contro la Cina che di per se è un bruttissimo stato autoritario, ma con la complicità di tutti gli altri. A questo punto l'unico gesto possibile di ribellione - per un atleta italiano - è portare gioiosamente il tricolore napoleonico cisalpino nello stadio olimpico, alla faccia di quello con gli occhi a palla e di quell'altro analfabeta col dito medio alzato.


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