domenica 24 agosto 2008

Ola companeros! Arriba arriba Chiquita! Col bollino blu dell'establishment.

Con la defenestrazione senza preavviso di Antonio Padellaro e l'arrivo di Concita "Chiquita" De Gregorio siamo giunti al capitolo finale della normalizzazione del giornale fondato da Antonio Gramsci. Speriamo di sbagliarci, ma è molto probabile che l'Unità sarà ridotta a mero bollettino del PD, con una foliazione ridotta e per giunta non in grado di competere con la potenza di fuoco di Repubblica, il vero house organ del Partito Democratico. L'Unità finora è stato il più importante e autorevole giornale politico del movimento operaio italiano, così come l'ha concepito Antonio Gramsci, il filosofo italiano del novecento più studiato al mondo. Furio Colombo lo aveva risollevato facendone un giornale non solo di partito, attento al mondo reale e ai movimenti. Per questo a un certo punto è stato messo da parte senza tanti complimenti. Padellaro ha fatto un buon giornale tentando di barcamenarsi come ha potuto nella confusione quotidiana del Partito A Se Stesso Avverso. Moderato. Ma non sufficientemente allineato. La pausa ferragostana è stata propizia per mandare anche a lui la letterina di licenziamento. Povero Antonio Gramsci. Tocca alla brava Chiquita, maestrina dalla penna rossa, personcina ammodo, bella donna attiva dinamica vincente molti figli femminista quanto basta, figlia spirituale di Eugenio Scalfari e di Giorgio Armani, lei che ci spiega spesso la vita e come si sta al mondo (e invece di incazzarsi tutti la lodano), tocca a lei mettere la pietra tombale su un'idea originale dell'antifascista sardo, fondatore del Partito Comunista Italiano, il più originale e il più occidentale di tutti i partiti comunisti del mondo. Brava, ma c'entrasse mai qualcosa con la sinistra e col movimento operaio. Sipario.

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